Intervista SkyTG24 – Giornata Internazionale Endometriosi

Endometriosi: la voce di chi convive con il dolore
Oggi, 28 marzo, in occasione della Giornata internazionale dell’endometriosi, Sky TG24 ha dedicato uno speciale a questa patologia che colpisce oltre 3 milioni di donne in Italia.
Di endometriosi sentiamo parlare sempre più spesso: da un’amica, una collega, una compagna di corso che ci racconta il suo dolore fisico e la sua frustrazione. Ma perché, nella maggioranza dei casi, servono ancora anni prima di arrivare a una diagnosi? E cosa significa convivere quotidianamente con il dolore cronico?
A queste domande hanno risposto voci autorevoli e testimonianze dirette:
- Vito Chiantera, chirurgo ginecologo specializzato in endometriosi profonda, ha spiegato le difficoltà legate alla diagnosi precoce e l’importanza di centri specializzati.
- Sara Lindaver, psicologa e psicoterapeuta, ha raccontato quanto l’aspetto psicologico giochi un ruolo fondamentale: dall’ansia di non essere credute al peso che il dolore porta nella vita di coppia, sul lavoro e nelle relazioni sociali.
- Due giovani donne, tra i milioni che convivono con questa patologia, hanno condiviso la loro esperienza, sottolineando quanto la solitudine e l’incomprensione possano essere devastanti quanto il dolore fisico.
Il messaggio condiviso da tutte le voci è chiaro: non normalizziamo il dolore. Parliamone con il nostro medico, cerchiamo supporto e, soprattutto, costruiamo una maggiore consapevolezza sociale.
Un passo importante per abbattere silenzi e tabù che ancora circondano l’endometriosi.
Giornata Mondiale dell’Endometriosi: il significato del 28 marzo
Il 28 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Endometriosi, un appuntamento fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia che riguarda circa tre milioni di donne solo in Italia e milioni di persone a livello globale. Nonostante questi numeri, l’endometriosi continua a essere una patologia poco conosciuta, spesso sottovalutata e diagnosticata con grande ritardo.
Parlare di endometriosi significa dare voce a chi convive quotidianamente con il dolore cronico, con la frustrazione di non essere creduta e con l’impatto che questa malattia ha sulla vita personale, familiare, lavorativa e sociale. Una delle criticità principali riguarda i tempi di diagnosi: in molti casi possono passare diversi anni prima di arrivare a un riconoscimento ufficiale, e questo ritardo incide profondamente sulla qualità di vita e sulle possibilità di trattamento.
La Giornata Mondiale dell’Endometriosi non è solo un’occasione simbolica, ma un richiamo concreto alla necessità di maggiori risorse dedicate alla ricerca scientifica, alla formazione medica e alla creazione di percorsi diagnostici più rapidi ed efficaci. È anche un momento di ascolto e condivisione per tutte le donne e le persone che ogni giorno affrontano sintomi invalidanti che non dovrebbero essere considerati come semplici dolori mestruali.
Il dolore non va mai normalizzato. L’endometriosi è una malattia cronica complessa che richiede attenzione, competenza e supporto. Parlare apertamente di questa patologia significa contribuire ad abbattere i tabù culturali e sociali che ancora oggi la circondano. Significa anche incoraggiare chi ne soffre a rivolgersi al proprio medico senza sentirsi giudicata, a chiedere risposte e a non accettare che la sofferenza venga minimizzata.
La ricorrenza del 28 marzo diventa quindi un’occasione per promuovere consapevolezza e solidarietà. Rendere visibile ciò che spesso resta invisibile è il primo passo per costruire una società più attenta, capace di garantire diagnosi precoci, cure mirate e sostegno psicologico.
La Giornata Mondiale dell’Endometriosi ricorda che il dolore non è mai normale e che solo parlando apertamente di questa malattia sarà possibile migliorare la qualità di vita di milioni di persone.





