DISTURBI PSICOSOMATICI

 

Quelli che nella nostra vita di tutti i giorni chiamiamo disturbi psicosomatici, come frequenti mal di testa, dolori intestinali, problemi di stomaco, eccessive preoccupazioni per la propria salute e quant’altro, rientrano nell’ampia categoria di quelli che il più recente manuale per i disturbi psicologici ha definito (il DSM 5) disturbi da sintomi somatici e correlati.

 

Quali sono i disturbi da sintomi somatici  e correlati o disturbi psicosomatici?

 

I disturbi da sintomi somatici e correlati (disturbi psicosomatici) sono stati suddivisi in cinque diverse sindromi.

 

1. Il disturbo da sintomi somatici

Il disturbo da sintomi somatici si manifesta quando per almeno sei mesi:

  • Uno o più sintomi somatici procurano disagio o portano ad alterazioni significative della vita quotidiana.  Ad esempio, non riesco più ad andare a lavoro perchè il mio mal di testa è troppo forte e non mi permette di concentrarmi, non riesco più ad uscire con i miei amici perchè appena sto per varcare la porta di casa mi prende una terribile diarrea…
  • Vi sono pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi correlati ai sintomi somatici o associati a preoccupazioni relative alla salute, come indicato da pensieri sproporzionati e persistenti circa la malattia (ad esempio, se sento un formicolio a qualche parte del mio corpo sicuramente sarà un sintomo di un infarto imminente…), un livello costantemente elevato di ansia per la salute o per i sintomi (ad esempio, ogni mattina prima da alzarmi dal letto faccio un check-up di tutto il mio corpo in maniera tale da capire se è il caso o meno di uscire di casa o se qualche malattia o sintomo si sta facendo sentire…), tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a preoccupazioni (ad esempio, passo la maggior parte del mio tempo a consultare il dottor Google in merito ai miei sintomi privandomi magari di ore di sonno…).

 

2. Il disturbo da ansia di malattia (ipocondria)

Il disturbo da ansia di malattia (ipocondria) si manifesta quando per almeno sei mesi vi sono:

  • preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia, ovvero la convinzione di essere ad alto rischio o di aver contratto malattie come tumori, AIDS, gravi infezioni…
  • assenza di sintomi somatici o sintomi somatici ma di lieve entità, ovvero non sembrano esservi sintomi fisici tali da giustificare l’eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute
  • un elevato livello di ansia legato alla salute: le situazioni più ansiogene si manifestano, ad esempio, quando si viene a conoscenza che una persona ha contratto una malattia o quando nei giornali o nei telegiornali si parla della diffusione di nuove malattia
  • eccessivi comportamenti correlati alla salute, come lavarsi fin troppo di frequente le mani, controllare molto spesso la propria pressione arteriosa o più in generale i propri parametri vitali, sottoporsi ad accertamenti medici non necessari…
  • un evitamento di situazioni familiari, sociali, lavorative perchè il rischio di contagio è troppo elevato o perchè i propri livelli di ansia e preoccupazione sono eccessivi.

 

3. Il disturbo di conversione

Il disturbo di conversione si manifesta quando:

  • vi sono uno o più sintomi di alterazione della funzioni motorie volontarie o sensoriale, ovvero difficoltà nell’eseguire alcuni movimenti o nel percepire alcuni stimoli visivi, tattili, acustici…
  • questi sintomi non sembrano poter essere riconducibili a condizioni mediche conosciute.
  • questi sintomi causano un disagio clinicamente significativo e difficoltà nella propria vita quotidiana, ad esempio impedendo alla persona di recarsi a lavoro o di svolgere adeguatamente il proprio mestiere, di prendersi cura della propria famiglia, di frequentare amici…

 

4. Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche

Nel manuale per i disturbi psicologici DSM si parla di fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche quando:

  • è presente un sintomo o una condizione di natura medica
  • aspetti di natura psicologica sembrano interferire con il decorso della condizione  medica, ad esempio portando a difficoltà di guarigione, ad un peggioramento dei sintomi o contribuendo a creare fattori di ulteriore rischio per la salute del soggetto.

 

5. Il disturbo fittizio procurato a sè o ad altri

Il disturbo fittizio procurato a sè o ad altri si manifesta quando:

  • vi è una falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, i quali ad esempio possono essere inventati o esagerati
  • vi è l’induzione di infortuni o di malattie, ad esempio, la persona procura volutamente a sè o ad altri dei danni fisici o ricerca attivamente il contagio con alcune malattie
  • l’individuo presenta se stesso o qualcun’altro come malato, menomato, ferito ed in quanto tale bisognoso di cure ed attenzioni
  • questo comportamento appare ingannevole anche in assenza di evidenti vantaggi esterni, come ad esempio potrebbero essere eventuali risarcimenti assicurativi.

 

 

Perchè rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per i propri disturbi da sintomi somatici o disturbi psicosomatici?

 

Che il nostro corpo e la nostra mente siano strettamente interconnessi è ormai un dato assodato, eppure il prendersi cura del proprio corpo attraverso una cura ed un attenzione al proprio benessere psicologico spesso non è così scontato.

Spesso chiedere aiuto ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta per un proprio problema di natura fisica è considerato un po’ come l’ultima spiaggia. Di frequente, lo psicologo o lo psicoterapeuta sono le ultime persone che si contattano dopo aver peregrinato da numerosi studi medici, dopo aver fatto diversi accertamenti e non essere riusciti a pieno a risolvere la propria sintomatologia o ad averne trovato un senso.

La possibilità di affiancare alle cure mediche, laddove necessarie, un adeguato percorso di sostegno psicologico e di psicoterapia può permettere di attenuare i sintomi già nell’arco di alcuni mesi.

 

Come funziona una psicoterapia per i disturbi da sintomi somatici o disturbi psicosomatici?

 

Nel mio approccio di lavoro seguo un orientamento teorico sistemico-relazionale. Parto dal presupposto che ogni segnale che il nostro corpo ci invia è una forma di comunicazione ovvero una sorta di messaggio che esso ci vuole inviare. Ogni messaggio in quanto tale ha un contenuto ed un destinatario. Nel corso delle prime fasi della psicoterapia il lavoro consiste proprio nel cercare di comprendere e di dare un senso a ciò che il nostro corpo, con il suo malessere o con la preoccupazione eccessiva che ci fa provare, vuole dirci.

Solitamente il percorso di psicoterapia si articola in una prima fase iniziale di conoscenza in cui viene approfondito il disagio portato dalla persona con particolare attenzione alle circostanze in cui si è venuto a manifestare, alle reazioni che vi sono state ed ai comportamenti che sembrano alleviare o peggiorare i sintomi e/o le preoccupazioni.

In seguito, viene allargato il campo di interesse alle relazioni e al contesto familiare della persona, con il presupposto per cui è all’interno delle proprie relazioni significative che possono essere trovati gli elementi per dare un senso al proprio malessere e per riscoprire quelle che sono essere le proprie risorse per farvi fronte.

Nella fase centrale della psicoterapia, a seconda della persona e della situazioni, possono essere utili alcuni suggerimenti ed indicazioni pratiche che possono favorire la persona nel prendersi carico del proprio malessere e non vedere solamente il proprio corpo come altro da sè.

Verso la fine della psicoterapia si lavora con la persona sul potenziamento delle proprie risorse e sulla propria capacità di farsi carico delle proprie difficoltà.

Solitamente un percorso di psicoterapia sistemico-relazionale per il trattamento dei disturbi da sintomi somatici o disturbi psicosomatici ha la durata di alcuni mesi ma vi possono essere persone che desiderano poter godere di un sostegno psicologico per tempi maggiori. La persona, previo preavviso, è libera di interrompere il percorso di psicoterapia in qualsiasi momento.

In genere nei primi colloqui vengono assieme concordati gli obiettivi e la frequenza delle sedute che di solito è settimanale nel primo periodo, per poi divenire bisettimanale ed infine mensile.

 

Per approfondimenti sui disturbi da sintomi somatici o disturbi psicosomatici puoi leggere anche i miei articoli:

Disturbi psicosomatici: problemi non solo del proprio corpo

Ipocondria: quando la paura di star male ci accompagna

Che significato ha il dolore?

 

Per qualsiasi ulteriore informazione o la richiesta di appuntamenti sono disponibile al numero 3490560187 e all’indirizzo di posta elettronica sara.lindaver@libero.it.

 

Dott.ssa Sara Lindaver

Psicologo Psicoterapeuta Padova

Disturbi psicosomatici Padova

 

 

 

Studio di Psicologia e Psicoterapia a Padova

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